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Il cinema di David Lynch

Il cinema è in Lynch e per Lynch, il luogo di un mistero. “La storia di un mistero” è di fatto la descrizione di un rapporto virtuoso, quello tra il film e il suo spettatore. Perché ciò che viene a perdersi nelle immagini lynchiane (anche in quelle più apparentemente lineari, “dritte”, comprensibili, come Straight Story o The Elephant Man), è la sicurezza di un ruolo, quello dello spettatore, come ruolo protetto, di chi guarda senza essere visto, di chi guarda senza perdere la propria identità, le proprie coordinate. Ma il cinema (afferma di film in film David Lynch) non è questo. Nel movimento dell’immagine (che non si può fermare se non negandola come immagine filmica), nelle sue interruzioni e fratture (montaggi, fuori campo, ellissi) si fa strada un territorio inquieto e spaesante, che non può essere decodificato, compreso una volta per tutte, ma può essere solo assaporato, “sentito”. E questo territorio non è che la realtà stessa, vista altrimenti. Una realtà interna ed esterna insieme (come il club Silencio di Mulholland Drive, la stanza rossa di Twin Peaks), una realtà molteplice e mai unitaria (come i corpi che abitano le immagini lynchiane, dall’agente Cooper a Joseph Merrick di The Elephant Man, fino a Laura Dern in INLAND EMPIRE), una realtà solare e notturna insieme (come la piccola cittadina di Lumberton in Velluto blu).
Daniele Dottorini

 

 

EraserheadEraserhead
(Usa 1977, 89’, HD, b/n, v.o. sott. it.)

Henry sposa una giovane, Mary X, la cui famiglia vive in un mondo di isolamento e follia. La coppia mette al mondo un figlio dalle fattezze mostruose che ben presto Mary X abbandona sottraendosi a quell’ambiente. Al visionario Henry non resterà che sopprimere l’essere deforme. “Henry è sicuro che qualcosa sta accadendo, ma non riesce a capire cosa. Osserva le cose con estrema attenzione, perché cerca di capirle. Ogni cosa gli è nuova, non è detto che lo spaventi, ma potrebbero rappresentare la chiave per qualcosa” (D. Lynch).

Ven 6, h. 16.00
Sab 14, h. 18.30
Mer 18, h. 18.45

 

 

 

The Elephant ManThe Elephant Man
(Usa/Gran Bretagna 1980,124’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)

Nella Londra vittoriana, un uomo nato deforme viene esposto come fenomeno da baraccone nella galleria dei freaks. Il Dottor Treves lo salva dalla prigionia, lo accudisce e lo cura, ma contemporaneamente lo usa per le sue conferenze mediche. L’uomo elefante, però, è dotato di grande sensibilità e presto viene introdotto negli ambienti colti di Londra. È solo un istante di sollievo per John Merrick, che presto dovrà di nuovo affrontare una vita destinata allo scherno e alla sofferenza. Il film è ispirato a una storia vera.

Ven 6, h. 18.00
Lun 9, h. 20.30
Ven 13, h. 15.45

 

 

 

duneDune
(Usa 1984, 137’, HD, col., v.o. sott. it.)

Tratto dall’omonimo romanzo di Frank Herbert, il film di Lynch è stata per molti anni considerata una delle produzioni di fantascienza più spettacolari e dispendiose della storia del cinema, divenendo un vero cult del cinema di fantascienza. “Nel film c’è tutto il mio interesse per la pittura, e potrei citare il macabro Fussli e l’inquieto Caravaggio. Ma nei paesaggi ipergalattici traspaiono anche le ombre della mia città, Philadelphia, e le immagini di una città lagunare, spettrale come Venezia” (D. Lynch).

Ven 6, h. 20.30
Ven 13, h. 18.00

 

 

 

 

velluto bluVelluto blu (Blue Velvet)
(Usa 1986, 120’, HD, col., v.o. sott.it.)

Nella cittadina di Lumberton, Jeffrey Beaumont, un giovane studente, scopre in mezzo ad un prato i resti di un orecchio umano. Lo porta subito alla polizia ma, preso dalla curiosità, inizia ad investigare per conto proprio. Scopre così che nella sua cittadina esiste un mondo sotterraneo fatto di violenza sessuale e traffico di droga. “Non saprei perché per la scena d’inizio ho usato un orecchio. Volevo che Jeffrey trovasse nel suo cammino qualcosa di aperto che lo conducesse in un altro mondo. E un orecchio non è un dito, non si può entrare in un dito…” (D. Lynch).

Sab 7, h. 16.00
Mer 11, h. 17.45
Lun 16, h. 18.15

 

 

 

Cuore selvaggioCuore selvaggio (Wild at Heart)
(Usa 1990, 124’, HD, col., v.o. sott. it.)

Lula Pace Fortune e Sailor Ripley fuggono insieme nel Sud degli Stati Uniti, ostacolati e braccati dalla madre di lei, Marietta e dal gangster Marcello Santos e i suoi scagnozzi. Il loro sogno è quello di poter condurre una vita normale, lontana dai soliti ambienti balordi, ma per arrivare nella “Città di Smeraldo” dei loro sogni devono superare non poche disavventure. Palma d’oro a Cannes nel 1990.

Sab 7, h. 18.15
Lun 16, h. 16.00
Ven 20, h. 16.00

 

 

 

 

Twin Peaks_Fuoco cammina con meTwin Peaks – Fuoco cammina con me (Twin Peaks – Fire Walk with Me)
(Usa 1992, 120’, HD, col., v.o. sott. it.)

A Twin Peaks viene trovato un sacco nel fiume: il cadavere della bionda cameriera di un bar, Teresa Banks, il cui capo è stato sfondato con un oggetto pesante. Le indagini per scoprire l’assassino, nonostante l’intervento dell’FBI, non danno risultati. Ma il sensitivo agente Dale Cooper prevede un prossimo delitto simile al primo. Il film nasce dopo che la serie televisiva fosse cancellata definitivamente nel 1991. Lynch scrisse dunque un prequel sugli ultimi sette giorni di vita della protagonista.

Sab 7, h. 20.30
Ven 27, h. 15.30
Lun 30, h. 18.15

 

 

 

corometraggi LynchProgramma cortometraggi

Dumbland (Usa 2002, 33’, b/n); The Alphabet (Usa 1968, 4’, col.); Lumière and Company (Francia 1995, 1’, b/n); The Amputee (Usa 1964, 9’, b/n); The Grandmother (Usa, 1970, 34’, col.); The Cowboy & The Frenchman (Usa 1988, 26’, col.)

Dom 8, h. 15.45
Mar 17, h. 18.15

 

 

 

 

 

D_Lynch the art lifeJon Nguyen/Rick Barnes/Olivia Neergaard-Holm
David Lynch: The Art Life
(Usa 2016, 89’, DCP, col., v.o. sott. it.)

Ritratto di un artista da giovane, raccontato dall’artista da vecchio. Tallonato da tre filmmaker appassionati ai suoi film, dopo oltre dieci anni di richieste, David Lynch ha aperto le porte del suo studio da pittore tra le colline di Hollywood e si è disposto a raccontarsi, forse anche per lasciare una narrazione di sé all’ultima figlia, Lula, nata nel 2012.

Dom 8, h. 20.30
Mar 10, h. 16.00

 

 

 

 

Strade perduteStrade perdute (Lost Highway)
(Usa 1997, 135’, DCP, col., v.o. sott. it.)

All’ingresso della propria casa, il sassofonista Fred Madison viene arrestato per l’omicidio della moglie Renée. In carcere, un’improvvisa mutazione lo porta ad assumere il corpo del giovane meccanico Pete. Viene pertanto liberato e inizia a lavorare al servizio del boss Eddy. La sua ragazza, Alice, che somiglia alla defunta Renée, seduce Pete e lo convince ad aiutarla nella sua vendetta ai danni di Andy, che l’aveva avviata alla prostituzione. Fuggono si fermano al Lost Highway Hotel.

Lun 9, h. 15.45
Sab 14, h. 16.00
Lun 16, h. 20.30

 

 

 

Una storia veraUna storia vera (The Straight Story)
(Usa 1999, 111’, DCP, col., v.o. sott.it.)

Nell’estate del 1994 a Laurens, piccolo centro agricolo dell’Iowa, Alvin Straight, 73 anni, vive con la figlia Rose. Un giorno arriva la notizia che il fratello di Alvin, Lyle, ha avuto un infarto. Alvin e Lyle non si vedono da dieci anni a causa di vecchi rancori reciproci. Ma ora Alvin sente il bisogno di rivedere il fratello per riconciliarsi con lui e lo raggiunge con il suo vecchio tosaerba.

Lun 9, h. 18.15
Mer 18, h. 20.30

 

 

 

 

Mullholland DriveMullholland Drive
(Usa/Francia 2001, 145’, DCP, col., v.o. sott.it.)

Rita, scampata ad un terribile incidente sulla Mulholland Drive, perde la memoria e trova rifugio dalla bionda Betty, giovane attrice appena arrivata a Los Angeles. Betty cerca di aiutare Rita a svelare il mistero sulla propria identità. Una notte le due donne entrano in possesso di una scatola blu. Aperta la scatola, i personaggi si scambiano di ruolo: Betty diviene Diane e Rita diviene Camilla.

Mar 10, h. 20.30
Mar 17, h. 15.30
Lun 30, h. 15.30

 

 

 

 

lynchoz-posterAlexandre O’Philippe
Lynch/Oz
(Usa 2022, 108’, DCP, col., v.o. sott. it.)

Tra gli autori di cinema più amati dal pubblico e studiati dalle accademie, David Lynch ha ammantato la sua opera, già pervasa di un forte senso di inquietudine, del mistero più fitto. Con un movimento contrario, il regista Alexandre O. Philippe ripassa la filmografia lynchiana come lo si potrebbe fare solo in una sala di montaggio, per dimostrare il suo stretto e duraturo debito di ispirazione con un classico statunitense del 1939, altrettanto ricco di significati e livelli di lettura: Il Mago di Oz di Victor Fleming.

Mer 11, h. 15.45
Mar 17, h. 20.30

 

 

 

Inland EmpireInland Empire
(Usa/Polonia/Francia 2006, 172, HD, col., v.o. sott.it.)

In un elegante quartiere residenziale posizionato alle porte di Los Angeles, una donna è nei guai. È innamorata e intorno a lei c’è un denso alone di mistero. La sua storia si intreccerà con quella di un attore appena scelto per interpretare il ruolo di gentiluomo del sud in una grande produzione. “Mi piace entrare in un nuovo mondo quando si spengono le luci in sala. Ogni volta che inizio un film è come se entrassi in un universo ignoto. E vorrei che anche il pubblico provasse la stessa cosa. Lasciarsi andare al cinema è come lasciarsi andare alla musica” (D. Lynch).

Mer 11, h. 20.00
Mer 18, h. 15.30