Tags

Condividi

Dal muto al sonoro

Prosegue il programma di classici che il Museo del Cinema e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino propongono ogni anno, legato agli insegnamenti di cinema. Un percorso a ritroso per approfondire il linguaggio cinematografico nelle diverse fasi e nei diversi tempi. Ingresso a 3 euro per gli studenti universitari. Tutti i film sono introdotti da docenti di Storia del Cinema dell’Università di Torino.

 

zombiGeorge A. Romero
Zombi (Dawn of the Dead)
(Usa/Italia 1978, 119’, HD, col., v.o. sott. it.)

Gli zombi hanno invaso gli Stati Uniti. Il terrore dilaga. Quattro coraggiosi – due soldati e due funzionari di una rete televisiva – cercano scampo in elicottero. La scarsità di carburante, però, li costringe ad atterrare sul tetto di un supermercato. Mentre i morti viventi tentano di sopraffarli, i quattro riescono a costruirsi nel supermercato un rifugio, nel quale attendere tempi migliori. Co-prodotto da Dario Argento, con le musiche dei Goblin.

Mer 6, h. 18.00 – Introduzione a cura di Sabrina Negri

 

 

 

 

the living recordI. Toharia
Film. The Living Record of Our Memory
(Can/E 2022, 120’, v.o. sott.it.)

Il documentario esplora la storia della pellicola e l’importanza della conservazione attraverso le voci di coloro che in maniera significativa  hanno contribuito a preservare e a rendere accessibili immagini altrimenti perdute.

Ven 15, h. 16.00 – Introduzione a cura di Sabrina Negri

 

 

 

 

fino all_ultimo respiroJean-Luc Godard
Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle)
(Francia 1960, 90’, DCP, b/n, v.o. sott.it.)

Parigi 1959, il centro del mondo. Godard dirige, Truffaut scrive. Belmondo/Poiccard, piccolo omicida, corre a perdifiato per sfuggire alla polizia e a cinquant’anni di cinema di papà; Jean Seberg vende l’Herald Tribune sugli Champs Elysées, s’innamora, lo tradisce: ‘déguelasse’. Poco budget, molto amore per il B-movie americano, sguardi in macchina, jump-cuts, l’euforizzante sensazione che tutto sta per ricominciare. Irripetibile, e forever young. “Fino all’ultimo respiro appartiene, per sua natura, al genere di film in cui tutto è permesso. Qualsiasi cosa faccia la gente, tutto poteva essere inserito nel film. È proprio questa l’idea da cui ero partito. Pensavo: c’è già stato Bresson, è appena uscito Hiroshima, un certo tipo di cinema si è appena concluso, forse è finito, allora mettiamo il punto finale, facciamo vedere che tutto è permesso. Quello che volevo era partire da una storia convenzionale e rifare, ma diversamente, tutto il cinema che era già stato fatto” (Jean-Luc Godard).

Mer 20, h. 18.00 – Introduzione a cura di Giovanna Maina