Quando entra per la prima volta in un manicomio nel 1961, Franco Basaglia pensa immediatamente al carcere fascista conosciuto da ragazzo. Rifiuta di firmare gli ordini di contenzione e inizia l’opera di trasformazione dei luoghi e delle logiche manicomiali: l’eliminazione delle camicie di forza e dei lacci nei letti, delle “terapie” a base di elettroshock e insulina, degli ambienti malsani, del sudiciume, della denutrizione. (continua...)